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Siamo nel 1763, in un’anonima officina di Glasgow, in Scozia, dove lavora un giovane meccanico, James Watt. A lui viene portato a riparare un motore Newcomen. Si tratta di una curiosa macchina inventata nel 1712, che produceva un movimento meccanico, basato sul moto di un pistone dentro una camera, un su giù che trasferito da una barra di oscillazione azionava una pompa. Ad ogni movimento del pistone era necessario raffreddare la camera, che rischiava di surriscaldarsi. Questa macchina non aveva avuto un grande successo, al massimo veniva utilizzata per il funzionamento di qualche fontana. Vedendola, però, Watt ebbe un’intuizione geniale. Bastava congiungere alla camera un’altra, cioè far scorrere il vapore in due camere, una sempre calda e una sempre fredda per evitare il problema del surriscaldamento. Ecco inventato il primo motore!
Nel 1769 è già stata costruito il primo veicolo a vapore, un trabiccolo a tre ruote con una grande caldaia di rame in testa che poteva raggiungere i tre chilometri all’ora. Doveva però fermarsi ogni 15 minuti per esaurimento vapore…
Nonostante le prime applicazioni del motore non siano dei successi (uno dei primi a provare ad applicarlo ad una nave finì addirittura per suicidarsi per la delusione dell’insuccesso) era chiaro, almeno ad suo inventore, che si apriva una nuova epoca. Le macchine azionate a motore potevano fare il lavoro di molti cavalli. Si, ma quanti? Fu ancora Watt a porsi la domanda e a trovare la soluzione, inventando l’unità di misura, il cavallo-potenza. Un cavallo-potenza è misurato sull’altezza alla quale un cavallo, anzi, il più robusto cavallo di Glasgow, riusciva a sollevare in un secondo il peso di 150 libbre (5500 piedi x libra al secondo). Ecco così nato il cavallo-potenza o, più semplicemente, Watt.
Aperto dal 1 aprile al 30 novembre, da venerdì a domenica dalle 15:00 alle 18:00
Per informazioni: 0323.89622
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